domenica 4 maggio 2014

Michela

Passa in fretta un anno. Non te ne rendiamo conto fino a quando non ti chiamano per ricordartelo; e allora capisci che in realtà lo scorrere del tempo è sempre stato lì, in un angolo. Ce l'hai messo tu perché scioccamente pensavi che lì in un angolo al buio sarebbe morto, lasciandoti libera.
Passano 365 giorni e ti ritrovi in quello stesso luogo, con le stesse persone e la stessa pioggia. Sei sola con le tue lacrime ed i tuoi ricordi. Cerchi di respirare, ti sforzi di smettere di tremare. Ma non riesci e pensi che non hai il diritto di soffrire così, che il tuo dolore dovrebbe essere nascosto, che dovresti mostrare un minimo di pudore. Quando però si rivolgono a te parlando di affetto profondo, amicizia e coraggio qualcosa dentro di te implode. Tutto quello che ti sei tenuta dentro adesso è libero e allora piangi, ti bruciano gli occhi, vedi sfuocato, tremi e mordi la mano stretta a pugno perché avresti solo voglia di urlare. Di urlare il tuo dolore, la tua rabbia, la tua delusione, la tua sofferenza e la tua incredulità.
Perché l'unica cosa che di sicuro è vera è che continuerò finché potrò a fare finta che nulla sia accaduto così la speranza di incontrarti in mezzo alla folla non morirà mai.
Arrivederci amica mia.

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