martedì 23 giugno 2015

Elektre vs Reba

Da un po' di giorni sono "tormentata" da un sogno molto romantico e molto triste. Forse il mio subconscio vuole dirmi di scrivere quello che mi arriva dalla notte? Con Alter Ego è successo proprio così: per mesi ho sperimentato il libro tra me e me, prima di addormentarmi e mentre dormivo. Con questo però è diverso: non sono ancora riuscita a capire se sia una storia a sè o se voglia essere inserita nel secondo capitolo della saga, Elektre. Per questo continuo a pensarci e sempre per questo quando vado a letto o quando rimango sola, chiudo gli occhi e mi sforzo di pensare al sogno. Vedo i protagonisti, vedo i posti, rivivo le loro sensazioni... Il punto è: vogliono essere protagonisti solitari o protagonisti della famiglia? Probabilmente lo scoprirò andando avanti nella stesura di Elektre. Verrà da sè; come sempre le mie mani non riusciranno a stare dietro ai miei pensieri che mi travolgeranno e mi faranno completamente loro facendomi perdere la percezione di tutto tranne che del libro.
Ho scritto la bozza di tutti i capitoli e per uno ho già scritto la scena clou: è stato difficile e pesante. Mettere nero su bianco quello che si è provato in un particolare momento della propria vita non è semplice. Devi rivivere quegli orribili istanti, vuoi far capire al lettore quelle che erano le tue sensazioni e le tue emozioni in quel preciso istante senza che si accorga che si tratta di te. Se Reba è in parte quella che sono diventata, Elektre è chi in parte ero. Se Reba aveva in sè la parte migliore di me, Elektre ha la parte più oscura. Questa volta la protagonista potrebbe suscitare parere discordanti. Sono quasi certa che alcuni di voi non la apprezzeranno e vi giuro che vi capisco. Mentre pensavo a lei ho dovuto faticare per capire anche io da che parte stavo. Vorrei riuscire a rendere la complessità del suo carattere. Per questo la stesura del secondo capitolo è così intensa e laboriosa: L'amerete o l'odierete quello che conta è che vi emozioni. 

martedì 16 giugno 2015

Freak Show

Qualche giorno fa mi sono presa lo sfizio di fare zapping su alcuni canali del nostro panorama televisivo. Non avere un lavoro a volte può risultare utile.
Senza fare nomi, vorrei condividere con voi un mio pensiero: è mai possibile che se non si parla di disgrazie (o pseudo tali) altrui, la televisione non riesce a propinare nulla?
Su alcuni canali, due in particolare, c'è questo amore morboso per le sfighe altrui il tutto condito con: non sono disgrazie ma doni. Ci sono i nani, le malattie misteriose, i parassiti, le operazioni non riuscite, le malformazioni fisiche e mentali, gli anoressici e gli obesi, le operazioni di chirurgia plastica non riuscite, le malattie sessuali, le disfunzioni sessuali, gli omicidi di famiglia, stolker, tradimenti, pignoramenti... insomma, un bel palinsesto. Il punto però non è tanto quello che ci propina mamma tv, la cosa grave è che se continuano ad inventarsi programmi di questo genere vuol dire che il riscontro c'è, vuol dire che quelli malati siamo noi che li guardiamo. Quelli ossessionati dalle diversità più o meno palesi, più o meno gravi siamo noi. Quindi è la televisione che fa schifo o siamo noi? Ci indigniamo quando qualcuno per strada indica qualcuno con delle deformità ma poi dentro casina nostra non facciamo la stessa cosa? Non siamo come quelli che tra 800 e 900 andavano a guardare i freak show con la donna barbuta?
Facciamo pubblicità progresso per cui siamo tutti uguali, postiamo sui social network foto di bambini con malattie psichiche o fisiche scrivendo che sono belli e normali come tutti gli altri ma poi guardiamo questo genere di programmi.
Certo, passare due ore a vedere come dei disgraziati si barcamenano in una società che osanna la perfezione fisica è molto più divertente che guardare programmi come Super Quark o un bel film.
Non bisogna per forza essere dei laureati per apprezzare altri genere di programmi. Ve li ricordate i bei quiz di una volta? O ancora gli show del sabato sera? Di sicuro non era richiesto alcun tipo di impegno celebrale per capirli. Ma questo adesso non ci basta più.
Forse adesso vogliamo emozioni più forti? Abbiamo bisogno di dire "oddio poverino!" o ancora "oddio che schifo!" così quando ci guardiamo allo specchio possiamo consolarci?
Non siamo morbosi fino a fare pietà? Più passa il tempo più questi programmi diventano disgustosi.
Abbiamo iniziato con lo sputtanarci in programmi tipo raccontando i problemi di casa nostra era inevitabile mettere in piazza anche il resto. Attenzione: non sto dicendo che i diversamente abili fisici o psichici che siano debbano nascondersi. Credo che abbiano diritto a mostrarsi per quello che sono perchè sono persone come tutti e sono convinta che la maggior parte di loro si presti a partecipare a questi programmi per far capire che non sono mostri o contagiosi, per farci vedere che possono e vogliono condurre una vita come quella di tutti. Vorrei però far capire loro che questi programmi li mettono solo alla berlina, che non c'è alcuno scopo sociale nell'entrare nelle loro vite. Lo scopo unico è lo share e gli incassi che questo porta. Vorrei che si rendessero conto che chi guarda questi programmi lo fa per morbosità e curiosità malata non per capire veramente quello che c'è dietro.
Si potrebbero fare una miriade di programmi più belli e interessanti ma finchè la televisione sarà monopolio dell'italiano medio-basso (molto basso) nulla cambierà. Per fare in modo che qualcosa cambi basterebbe girare canale.
Inutili pubblicità progresso, post su social netrwork, manifestazioni e quant'altro se non ci indigniamo davanti a certa tv spazzatura. Perchè è questo: SPAZZATURA e chi la guarda non è altro che un sottoprodotto dell'immondizia che ci propinano.