martedì 30 dicembre 2014

Intimità e discrezione

Leggo in questi giorni un sacco di buoni propositi e/o considerazioni finali. Tutti gli anni ci divertiamo a stilare una lista di cose che non faremo mai, di cambiamenti interiori che non ci saranno, di cancellazione dalle nostre vite di persone che non consideriamo più amici che per un motivo o per un altro continueranno a far parte della nostra quotidianità. Direi che è l'ora di metterci un bel punto. Io per prima. Ho 32 anni, da quando ho iniziato a scrivere, ogni anno, compilavo la mia lista. Passava l'anno e la lista era lì, intonsa, senza nemmeno un punto depennato. In queste settimane ho visto la luce: ho notato che meno parlavo di cosa volevo fare, più lo facevo; meno pensavo a chi volevo non facesse più parte della mia vita più riuscivo ad allontanare queste persone; meno immaginavo la persona che volevo essere più mi avvicinavo alla meta. Ci sono proverbi e modi di dire: quante volte, riferendoci a quegli "uomini" che parlano delle loro conquiste, la frase (e/o simili) ci passa per la mente? Quante volte rimaniamo di stucco quando veniamo a scoprire che una persona ha fatto questo o quello senza dire nulla a nessuno e ci è riuscita? Quante volte, cinicamente, diciamo delle persone che tentano il suicidio che chi vuole morire veramente lo fa senza dirlo a nessuno e/o annunciarlo con post etc? Per questo, a volte, il silenzio è il miglior inizio. Non dobbiamo sbandierare ai quattro venti le nostre intenzioni. Se abbiamo intenzione, realmente, di cambiare o modificare anche in minima parte la nostra vita che bisogno abbiamo di urlarlo? Le persone che ci amano lo capiranno e seguiranno il nuovo percorso con noi, quelle a cui non è mai interessato nulla non è necessario che lo sappiano. Dovremmo di nuovo imparare ad essere riservati, dovremmo recuperare la nostra intimità. Sono una patita di social network, di blog, di Instagram ma il mio privato rimarrà sempre e solo mio. Posso essere sibillina, posso sfogarmi ma la Chiara vera la conosco solo io. Così sarà sempre. Voglio raccontarvi cosa mi è accaduto oggi: sono andata a salutare la mia ex collega, entro nella mia vecchia stanza per vedere la nuova sistemazione e mi accorgo che il quadro che avevo fatto è sparito. Chiedo dove sia andato a finire e mi sento dire che è stato messo nell'armadio da un collega con cui non siamo mai andati d'accordo. Apro e vedo che è sotto un casco di protezione (quelli che si usano nei cantieri)lo prendo per portarmelo a casa quando la collega mi dice che lo vuole appendere nella sua stanza, glielo lascio. Fino a qualche mese fa un fatto simile mi avrebbe fatto sbraitare e mi sarei fatta del sangue marcio. Oggi mi sono messa a ridere pensando al potere che ho su quella persona: sono passati due mesi e a distanza di tempo la mia "presenza" è ancora così forte da indurre quella persona a togliere un quadro perché gli ricorda me! Considerando il fatto che la persona in questione ha 53 anni e che ha sempre affermato di essere un gran manager e che al contrario di me ha sempre detto le peggio cose... beh, la mia piccola soddisfazione l'ho avuta, accompagnata da crasse risate. Con questo personaggio torniamo al discorso di cui sopra: chi parla sempre e in continuazione è probabile che si riempia la bocca perché dentro è vuoto. Se avete un sogno o dei buoni propositi non sprecate energie a parlarne ma adoperatevi affinché il sogno si realizzi e i buoni propositi vengano portati a termine. Alla fine del prossimo anno sarete di certo più soddisfatti e più vicini al traguardo. Personalmente ho molti progetti per l'anno nuovo e farò di tutto perché si realizzino!

venerdì 19 dicembre 2014

Crazy In Love

Confutazioni: massime, proverbi e scrittori.

Premetto che mentre scrivo sto ascoltando Crazy in Love di Beyoncè versione 50 sfumature. Questo vuol dire che la mia mente in realtà è da tutt'altra parte. Forse non dovrei dirlo... se però questo nuovo post riuscisse bene potrei affermare con assoluta certezza che sono multitasking! A parte gli scherzi, è da qualche giorno che sto pensando a tutte le così dette frasi fatte e alla loro veridicità. Qualcosa non mi torna, vediamo se riesco a farvi degli esempi: 1)quando si chiude una porta è per aprirsi un portone: non è vero. Si chiude la porta e si sbarra il portone. E anche si aprisse: e se varcata la soglia precipitassi nel vuoto? E se spalancato il portone venissi sommerso da un mare di mxxxa? 2)chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che perde ma non sa quel che trova: diamo un'accezione negativa al lasciare il conosciuto per lo sconosciuto, da sempre. Ma magari uno della strada vecchia non ne può più! O magari prima si era perso e dopo tanto è riuscito a trovare la strada che avrebbe dovuto percorrere fin dall'inizio. 3)il bicchiere mezzo pieno/mezzo vuoto: comunque la vedi è sempre metà di qualcosa che potrebbe essere pieno. Quindi anche chi lo vede MEZZO pieno non potrà essere INTERAMENTE felice. 4)chi fa da sè fa per tre: ammettendo che ciò sia possibile, e se tutti e tre facessero delle caxxate? Non è detto che il risultato sia ottimale solo perchè ti sei fatto il mazzo. Se sei un cretino, avrai fatto una cretinata al cubo. 5)siamo tutti uguali: no, caxxo! Non è vero! Questa è la classica frase che i finti non-razzisti dicono. Siamo tutti diversi: ognuno con le proprie peculiarità. Ogni razza con le sue diversità, le sue usanze, la sua mentalità, la sua religione. Siamo etero, gay, trans, lesbiche, bisex... Quello che dovremmo dire è: siamo diversi, ci rispettiamo e impariamo l'uno dall'altro. 6)quello che si rompe non può essere aggiustato: no. A volte, dopo che qualcosa è andata in mille pezzi, se viene aggiustata con la giusta dose d'amore e pazienza può rinascere più forte di prima. 7)mi piego ma non mi spezzo: è veramente così positiva questa frase?? Piegarsi al volere, piegarsi alle regole, piegarsi agli eventi... sono cose positive? Non credo. Se mi spezzo mi posso riaggiustare (vedi frase n. 6) ma se mi piego, rimarrò piegato per sempre. 8)quando la merda monta gli scalini: non è vero che cade. Anzi, a volte secca e per farla andar via bisogna buttarci l'acido. 9) donne e uomini sono uguali: no. Vedi frase 5. Abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri (sì, cari uomini. Avete dei doveri anche voi) ma è risaputo che noi donne siamo più intelligenti, più forti (non sto parlando di forza fisica), più sfruttate, più violentate, più sottopagate degli uomini. 10)donna pelosa donna saggia e virtuosa: magari virtuosa sì, ma saggia... oddio, considerando gli uomini che ci sono in giro forse saggia lo è. 11)gli opposti si attraggono: vale solo per la fisica. Se non si ha nulla in comune con l'altro, l'unico risultato ottenibile è uno scannamento nel giro di poco, pochissimo tempo. 12)vissero per sempre felici e contenti: enorme caxxata. Non perchè poi la quotidianità toglie il romanticismo, non perchè devi lavare le mutande o pagare le bollette. No. Il punto è che il per sempre non esiste. Fisiologicamente parlando. Siamo destinati a morire. Non c'è lieto fine: già il concetto in sè è contradittorio: LIETO e FINE. Vi pare? La fine di qualcosa non sarà mai bella. Mai. 13) gli uomini non imparano mai dal proprio passato: non è vero. Imparano e migliorano. Nel senso si impegnano sempre di più per fare in modo che questo mondo venga distrutto. (Siamo partiti dal carbon cook e siamo arrivati al nucleare!) 14)dai nemici mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io: e che caxxo di amici hai? No, sul serio. Nasconditi, vai a fare l'eremita. Cambia giro! 15)chi va con lo zoppo impara a zoppicare: non è vero. Può anche semplicemente aiutarlo e sorreggerlo. Ce ne sarebbero molte altre di frasi facilmente confutabili. Una in particolare, riconducibile al punto 5 ma credo che se la dicessi potrei suscitare un vespaio, ma ne sono fermamente convinta. Perchè se è vero che le frasi, i proverbi, le massime, gli aforismi sono a libera interpretazione è anche vero che alcune delle cose che ho scritto sono innegabili. Che tu sia la persona più positiva o quella più negativa del mondo il fatto, ad esempio, che tutti dobbiamo morire è innegabile. Tutto sta, direte voi, nel come arrivarci al fatidico momento. E visto il titolo del post vorrei confutare una pseudo recensione al libro che mi è stata fatta in privato: 1) la vincita non è di 100.000 €. L'hai letto il libro? No perchè è scritta a caratteri cubitali la cifra della vincita. 2) i nomi che definisci non greci sono di greci che vivono in Grecia dai tempi di Platone 3) non mi sono rifatta ad alcun mito, per questo non trovi attinenza con la mitologia greca. Il fatto che i protagonisti siano greci che siano immortali non fa di loro in automatico dei semi dei. 4) il materiale per il secondo e il terzo libro c'è. Aggiungo di mio: quando ho detto che il libro l'ho scritto per me era la verità. Non guardo tutti i giorni le vendite, non controllo se ci sono nuove recensioni, non cerco di capire chi ha scritto la recensione negativa (per fortuna ancora non c'è), non litigo con altre scrittrici perchè il loro libro è avanti al mio. Certo, pubblicizzo i miei libri e certo ho avuto la tentazione di mandarli a grandi case editrici, ovvio che mi fa piacere vendere e ovvio che essere pubblicati da una famosa CE sarebbe molto gratificante. Ma chi è scrittore dentro non ha bisogno di essere pubblicato o di essere riconosciuto o di vendere. Chi scrive inizia a farlo da piccolo, per sè. Chi è scrittore racconta storie per addormentarsi ai suoi pupazzi. Chi è scrittore ama leggere. Chi è scrittore scrive...semplicemente.

mercoledì 3 dicembre 2014

Istinto

Quante volte sentiamo dire: "Seguo il mio istinto"? Siamo noi per primi a dirlo spesso. Ma siamo realmente sicuri che sia così? Quando una persona si definisce , perché lo fa? Anche io ho sempre detto di seguire l'istinto e di essere istintiva. Forse però confondiamo l'essere istintivi con l'essere passionali. Cerco di spiegarmi. Si verificano quotidianamente situazioni che ci fanno reagire d'impulso, persone e cose che ci suscitano passioni, ma siamo ben lontani dall'istinto puro. L'ho capito qualche tempo fa che usavo il termine sbagliato. Ero in centro con i miei genitori, stavamo andando a fare colazione, quindi era mattina presto, intorno alle 7:30. Stiamo attraversando la strada (sulle strisce pedonali) quando un pazzo furioso esce da un parcheggio in retromarcia a tutta velocità: mio padre spinge di lato mia madre e me e riesce, al pelo, a scansare lui stesso l'auto. L'urlo di mio padre si sente e anche l'automobilista lo sente. Frena di colpo, scende dall'auto, si avvicina a mio padre ingiuriandolo e all'improvviso gli stringe la mano intorno al collo. In quel preciso istante ho visto solo la mano stretta intorno al collo di mio padre: il resto era offuscato, i rumori del traffico inesistenti. Vedevo solo quello e sentivo il respiro strozzato di mio padre. Poi, non so dirvi come nè quanto tempo sia passato, il mio campo visivo è stato occupato dalla visione della mia mano stretta intorno al collo dell'automobilista e le mie orecchie rimbombavano della mia voce che diceva . Ero fredda, distaccata. La mia voce era ferma. Non stavo urlando. Ho smesso di stringere solo quando lo sconosciuto ha lasciato andare mio padre. Per tutto il tempo l'ho guardato negli occhi. Non so cosa sia passato nel mio sguardo, ma nel suo ho visto paura. Dopo tremavo e non sono riuscita a parlare per un po'. Ero sorpresa e spaventata... da me stessa. Questo per me è ISTINTO: non ho pensato, ho reagito. Giusto? Sbagliato? Non lo so, ma sono sicura che lo rifarei. Posso dirlo perchè non si governa l'istinto, non si ragiona con l'istinto. Adesso, a ragion veduta, posso affermare con certezza di essere una persona istintiva. Con tutti i pro e i contro che questo comporta. Sono fiera di me per quello che ho fatto? Sì. Ho difeso una persona che amo. Come si rapporta questo mio modo d'essere con la scrittura? Male e bene. Bene perché facendomi guidare dall'istinto le scene che scrivo sono coinvolgenti e verosimili. Male perchè, come dicevo prima, l'istinto non si accompagna alla ragione di conseguenza alcuni passaggi possono risultare ostici al lettore che non conoscendomi può non capire o travisare. Per questo ritengo che potrò definirmi una VERA scrittrice solamente quando riuscirò a dosare la giusta dose d'istinto e di ragione. "Alter Ego" più che "Sogni d'amore" racchiude questo mio essere. Quindi,sì, potrei rivederlo, potrei aggiungere, togliere, affinare... ma non credo che lo farò. A discapito delle vendite, forse, ma per amore e per... istinto...