lunedì 5 maggio 2014

Estratto #2

CAPITOLO 14
“Finalmente! Vi avevamo dato per dispersi! Vieni Chiara ti presento mio fratello Constantine e mio fratello Doukas”
“Lieta di conoscervi”
“Su fanciulla cos’è tutta questa formalità? Solo Nemo si ostina a dare del lei alle persone che non conosce… Cosa preferisci da bere? Ho tutto quello che vuoi..”
Quella frase e quella espressione lasciva sul viso di Doukas fecero avvampare Chiara che si limitò a rispondere frettolosamente: “Un Martini dry andrà benissimo, grazie”
“Chiara! Finalmente sei arrivata e come sei bella stasera”
Ecco che arrivava il mitico duo con tutta la famiglia al completo, Kalliopi compresa:
“Bambina mia sembri proprio una dea del mare questa sera”
“Oh beh, grazie. Il merito è tutto di Laura e Sabina io non ho fatto nulla”
“Oh mia sorella si è limitata ad accentuare qualcosina ma tu brilli da sola mia cara…” Doukas ci stava provando con lei? Ed era gelosia quella che traspariva dagli occhi di Dimitra? Chiara ingollò una buona dose del cocktail, non sapeva né cosa dire né cosa fare ma si sentiva in imbarazzo e sotto la lente di un microscopio… per fortuna intervenne Laura: “Forza! Tutti a ballare la musica è stupenda!”
Prese per mano Chiara e la trascinò in mezzo alla pista da ballo che non era altro che un rettangolo di spiaggia circondato da tavolini e sedie per chi non desiderava buttarsi nella mischia. C’erano un sacco di persone che non conosceva, la luce non era molto forte, a stento riconosceva Laura alla luce delle lanterne; formarono un gruppetto con Sabina e Dimitra mentre Nemo, Constantine, Doukas e il resto della famiglia del mitico duo si accomodava. Si sentiva rigida come un baccallà mentre le altre si muovevano come delle ballerine provette… ad un certo punto il dj mise la sua canzone preferita “χτύπα καρδιά μου1” di Giannis Ploutarkos il suo cantante preferito…iniziò a muoversi, trasportata dal ritmo crescente della canzone, sentiva i suoi fianchi e le braccia muoversi a tempo, percepì di volteggiare su stessa ma non importava… il suo cuore andava a tempo con la musica, chiuse gli occhi, non vedeva più nessuno non sentiva altro che la musica sincopata, si mise a cantare, trascinata da una forza più grande di lei.. non si era mai sentita così bella e felice… Il brano terminò e Chiara piano piano aprì gli occhi: errore, grosso errore… tutti gli sguardi dei presenti erano su di lei, le amiche la guardavo sbalordite si guardò intorno e si ritrovò da sola al centro della pista, si voltò di scatto verso il tavolo dove erano seduti gli altri: lì la situazione era ancora peggio gli uomini avevano la bocca aperta, le donne la guardavano come se fosse un’aliena e Nemo era in piedi, a stento riusciva a respirare e… gli occhi erano di fuoco sembrava pronto a sbranarla… con il cuore che pompava a mille balbettò che doveva andare in bagno e corse via.
Quella ragazza lo voleva morto, come diavolo poteva riuscire a trattenersi se quella donna si comportava così?!All’inizio sulla pista da ballo sembrava il classico pesce fuor d’acqua.. poi quello stupido dj aveva messo quella ancora più stupida canzone e tutto era cambiato: aveva iniziato a muoversi con una grazia da étoile e con la sensualità di una danzatrice del ventre, il suo corpo aveva reagito subito: quando guardandola in viso aveva scorto gli occhi chiusi e le labbra che si muovevano per cantare era rimasto sconvolto: l’espressione trasudava innocenza, non ballava per farsi guardare ballava per se stessa, come se gli altri avessero smesso di esistere. C’erano solo lei e la musica e si era lasciata trasportare, dimostrazione era che appena finita la canzone e ritornata alla realtà era corsa via confusa e turbata, dei… poteva davvero
1 Il mio cuore batte
innamorarsi di una ragazza così.. quel pensiero lo colpì come un macigno in pieno petto. Doveva andarsene e alla svelta da quella maledetta festa o non avrebbe più potuto stare lontano da lei.
“Oh mio Dio ma è bravissima! Hai visto come si muoveva? Ma dove è andata? Devo cercarla”
“Laura, aspetta lascia che si riprenda cinque minuti. Andiamo a sederci con gli altri: è scappata via proprio perché era imbarazzata lasciale il tempo di riprendersi..”
“Va bene Sabi, ma sai meglio di me che non può rimanere troppo da sola con Ares nei paraggi”
“Quella ragazza è una bomba sorellina.. per una volta hai portato al tuo fratello preferito un’amica come si deve.. non vedo l’ora di conoscerla meglio”
Nemo prese Doukas per il bavero della giacca e strattonandolo gli urlò in faccia: “Ti ho già detto di non azzardarti a toccarla. Quante volte te lo devo dire?!”
“Ehi fratellone calmati, non sarai mica geloso?”
“Non dire idiozie, quella ragazza ci serve. Se è veramente chi pensa che sia Kalliopi portartela a letto dovrà essere l’ultimo dei tuoi pensieri. Finito tutto Doukas potrai farci quello che vuoi.”
L’idea di Chiara tra le braccia di suo fratello o di qualsiasi altro uomo non lo entusiasmava di certo ma non poteva lasciarsi distogliere dall’obiettivo finale adesso che era così vicino e se si fosse permesso di provare qualcosa per quella ragazza non sarebbe riuscito a portare a termine il suo compito.
“Nemo!” intervenne Kalliopi “Sei veramente così stupido ed arrogante o ce lo lasci solo credere? Bada ragazzo non puoi stabilire il futuro e non osare parlare di lei in quel modo. Se vuoi far finta di credere che nulla ti lega a quella ragazza accomodati ma non parlare di lei in quei termini.”
“Ti chiedo perdono ιερεία, non era certo mia intenzione offendere la tua protetta. Deduco che tu abbia informato il resto della tua famiglia su chi pensi che sia Chiara”
“No Nemo, ho informato la mia famiglia su chi EFFETTIVAMENTE è Chiara. Anche loro devono essere pronti a difenderla in caso di necessità. Quando secoli fa la mia famiglia si impegnò nel proteggere la vostra razza e il vostro segreto, giurammo anche di difendere colei che incarnerà la Divina Essenza al costo della nostra stessa vita, e tu lo sai bene”
“Nemo” concluse Aristeides “parlo a nome di tutta la famiglia quando ti dico che su di noi potrete sempre contare.”
“Lo so amico mio, lo so continuate con la festa vado a cercarla…”
All’improvviso scoppiò un temporale che fece alzare il vento ed agitare il mare, tutti si apprestarono a portare dentro le vivande e i tavolini: nella confusione del momento Nemo non andò a cercare Chiara… la sua mente divenne intorpidita e l’unica cosa di cui lui e gli altri sentivano la necessità era di andarsi a riparare all’interno del bar e di aspettare la fine dell’acquazzone estivo.
Tra un lampo e l’altro sulla scogliera apparve una figura sinistra con un sorriso maligno sul volto: Ares stava fiutando la sua preda e finalmente l’aveva trovata come la voleva: sola e spaventata.

CAPITOLO 15
Non si era mai sentita così imbarazzata in vita sua, le lacrime stavano per fare capolino e senza accorgersene Chiara si ritrovò a guardare il mare dalla spiaggetta più piccola: <Ma cosa pensavo di fare? Staranno tutti ridendo di me, oddio che figura…l’unica possibilità che avevo di stringere amicizia con queste persone me la sono lasciata sfuggire come una stupida! E Nemo, quello sguardo… sembrava così a disagio. Non posso pensare di tornare alla festa, aspetterò fino a quando non se ne saranno andati tutti>
Persa nei suoi pensieri non si accorse delle prime gocce e quando il temporale esplose in tutta la sua violenza si rese conto di non poter più tornare indietro: lo stretto passaggio era invaso dall’acqua e il mare stava avanzando sempre di più.. l’unico riparo possibile era la caverna, fece una corsa per raggiungere il riparo naturale. Era infreddolita e spaventata: non aveva mai visto il mare così agitato, sembrava che una forza estranea lo costringesse a ribellarsi alla sua natura.
<Mi verranno a cercare.. hanno visto tutti da che parte andavo.. aspetteranno che si calmi il mare, nessuno può attraversare il passaggio ora come ora… devo solo aspettare e cercare di calmarmi>
Le sembrò di scorgere una figura che riusciva a stento a farsi strada per giungere da lei, non riusciva a vedere chi fosse nonostante i lampi la notte era divenuta così scura che a stento vedeva le sue mani.. non c’era luna in cielo…
“Chiara! Santo cielo cosa ci fai qui? Perché ti sei allontanata dagli altri con questo tempo?”
“Ares?” Era Ares… e lei che aveva sperato fosse… “Ares, io … il temporale mi ha colto di sorpresa e non ho fatto in tempo a tornare dall’altra parte l’acqua me l’ha impedito…”
“Oh bambolina, sei tutta bagnata vieni che ti scaldo un po’..”
La prese tra le braccia…era così forte e saldo e lei aveva così bisogno di essere abbracciata da qualcuno.. ma non riusciva a sentirsi al sicuro, dentro di lei sapeva che c’era qualcosa di sbagliato in quel gesto a prima vista gentile…la prima impressione che aveva avuto non era sbagliata.. quell’uomo le faceva venire i brividi era tanto bello quanto pericoloso.. Cercò di divincolarsi dalla stretta sentendosi esposta ed a disagio ma Ares la strinse ancora più forte avvicinando le sue labbra all’orecchio di Chiara: “Shhh, ci sono qua io adesso… non ti succederà più nulla, vedi il mare si sta già calmando.. il temporale è quasi finito.. non devi avere paura… non sei sola”.
Oh quelle parole sussurrate erano così dolci e lei si sentiva così leggera, il suo corpo spingeva per rimanere stretto a quello di Ares e la sua mente si stava lasciando andare allo stesso modo; il verso di un gabbiano la fece tornare lucida <Sta cercando di incantarmi?!?!… ma perché? Chi è quest’uomo e cosa vuole da me?! Devo andarmene, devo raggiungere gli altri>
Riuscì a divincolarsi dalla stretta: “Sarà il caso di raggiungere gli altri prima che ricominci a piovere”. Si incamminò in tutta fretta senza voltarsi indietro, riuscì a raggiungere la spiaggia grande… erano tutti spariti? Guardò in alto verso il bar: erano tutti li, intenti a guardare il mare dimentichi di lei e di dove potesse essere. Scorse Nemo in mezzo a tutti gli altri, il suo sguardo perso all’orizzonte; tutti si erano dimenticati di lei eccetto Ares: era a pochi passi da lei e la fissava intensamente, di chi poteva fidarsi? Delle persone che le avevano offerto amicizia per poi dimenticarsi di lei o dello sconosciuto che le faceva paura ma che era corso a salvarla?
Ares colse l’occasione al volo: il cuore di Chiara era in subbuglio, emozioni forti e contrastanti tra di loro tristezza e paura, dolore e forza… non si sarebbe mai più presentata un’occasione migliore. La ipnotizzò con lo sguardo e la fece venire verso di sé: “Aspetta che le mie labbra sfiorino le tue bambolina e Nemo e la sua gente saranno spazzati via per sempre”.
Si sentì spinta da una forza invisibile verso Ares, non voleva andare, stava cercando di resistere ma si sentiva debole ed esausta.. le lacrime iniziarono a solcarle il volto, mentre Ares le tendeva la mano si voltò a guardare Nemo: un pensiero improvviso ed inaspettato le venne in mente e si sentì dire: “Nemo, perdonami”…
La nebbia che aveva invaso la mente di Nemo svanì di colpo, Chiara era in pericolo… Ares la stava per prendere. Si voltò verso i suoi fratelli ancora sotto la trans indotta dal suo più acerrimo nemico, non aveva tempo di svegliarli a loro avrebbe pensato dopo.
Si catapultò fuori dal bar e in cima alla scalinata iniziò a urlare:
“Chiara! Chiara fermati, non andare da lui. Chiaraaaa!!”
<Ecco> pensò Chiara <ecco che vivo il mio sogno, Nemo che urla e corre disperato… ma non c’è più nulla da fare, ormai è troppo tardi non ho la forza di combattere… sarà quel che sarà… alla fine di tutto forse potrò ricongiungermi con la mia famiglia… mamma papà Daisy, sto arrivando..>
Fu sbattuta sulla sabbia, l’ultima cosa che vide prima di svenire fu Nemo sopra Ares: stavano per combattere.

CAPITOLO 16
Nel momento in cui Nemo gli andò a sbattere contro Ares perse il controllo sulle menti degli altri fratelli e a poco a poco di tutti i partecipanti alla festa.
Doukas e Constantine si precipitarono ad aiutare il fratello mentre Laura e Sabina grazie anche a Kalliopi fecero in modo che gli abitanti del paese tornassero alle loro case passando dal sentiero della montagna invece che dalla spiaggia.
Quando anche loro arrivarono sulla spiaggia trovarono Chiara semi incosciente abbracciata a Doukas e Constantine e Nemo intenti a dar battaglia ad Ares.
Le due cognate si precipitarono da Chiara: “Cosa ti ha fatto? Come ti senti?”
“Non lo so, non capisco cosa stia succedendo.. chi è quell’uomo? Perché stanno litigando? Nemo perde sangue non possono smetterla?!”
Sentì la sua voce salire di un’ottava, stava per cedere al panico si alzò in piedi sorretta dalle sue amiche:
“FINITELA!” Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo; i tre si bloccarono di colpo fu Ares il primo a parlare: “Sei così forte bambolina, non credevo e invece hai tentato di opporti alla mia ipnosi. Avrei dovuto capirlo comunque da come sei andata avanti nonostante la terribile perdita della tua mamma e del tuo papà…oh mi stavo per dimenticare della tua cagnolina adorata…”
Come poteva sapere dei suoi genitori? Cosa c’entrava quell’uomo orribile con la loro morte? Provò a parlare ma non ci riuscì, fu Nemo a parlare per lei: “Cosa ne sai tu della loro morte? Ares rispondi!”
“Oh andiamo Nemo, credi che questa bambina viziata avrebbe mai intrapreso un cambiamento di vita così radicale se mamma e papà fossero stati in vita? Ho dato una spintarella affinchè questo accadesse…del resto gli incidenti d’auto sono all’ordine del giorno ed in molti casi sono mortali… E dimenticavo bambolina… la dea bendata e il ditino sulla cartina sono opera mia..”
La crudeltà di quelle parole le frantumò il cuore… si accasciò su stessa e si coprì il viso con le mani… i suoi genitori erano morti per colpa di quel pazzo, lei si era salvata perché così lui aveva deciso, aveva perso le tre persone che amava di più al mondo e non sapeva nemmeno il motivo. Non le aveva lasciato nulla su cui piangere, l’auto aveva preso fuoco subito, niente si era salvato non aveva avuto nessuno da seppellire, nessuna lapide su cui piangere, nulla, lei ne era uscita quasi illesa sbalzata fuori dall’auto per un capriccio del destino che ora sapeva a chi imputare e i suoi genitori e Daisy erano morti… lasciò scivolare le mani sino prendersi le braccia e stringerle forte: un grido silenzioso le straripò dalla gola, più straziante di qualsiasi lacrima più doloroso di ogni maledetto giorno successivo alla disgrazia.
Sembrò dovesse durare per sempre, l’agonia di quella ragazza era così intensa che Nemo perse un pezzo del suo cuore, Constantine teneva stretta Sabina e Doukas cercava di consolare Laura, anche Ares non sembrava poi così tronfio; dopo un interminabile minuto Kalliopi si avvicinò a Chiara che però la fermò con il gesto di una mano.
Aprì gli occhi: quelli stessi occhi neri che Nemo aveva imparato a riconoscere adesso erano color dell’oro, si rimise in piedi con grazia e forza insieme, la sabbia iniziò a muoversi intorno ai suoi piedi: quel piccolo vortice divenne ben presto un muro che niente lasciava intravedere; intervenne il mare che spazzando via la sabbia lasciò trapelare Chiara.
I capelli ancora più lunghi e neri si muovevano grazie ad un vento che sentivano solo loro, la pelle risplendeva come se fosse dorata e gli occhi d’oro erano ciechi ma fissi su Ares che iniziò a sentirsi bruciare da dentro, un fuoco iniziò a divampargli nelle viscere: non poteva finire così, non adesso che era così vicino
a raggiungere il suo obiettivo: avrebbe ottenuto i poteri di quella maledetta ragazza in un altro modo, adesso però doveva andarsene prima che quella puttana lo cuocesse dall’interno: “Non finisce qui” mormorò e si volatilizzò nella notte.
Si sentiva così bene, finalmente aveva raggiunto quella parte di sé che era rimasta sepolta per tanti anni, il velo di Maya era stato levato. Adesso finalmente si comprendeva, sentiva scorrere in se una forza mai provata. La consapevolezza di sé che aveva così a lungo agognato adesso era a portata di mano: non aveva sconfitto Ares ma ci sarebbero state altre occasioni che non si sarebbe lasciata sfuggire.
Si voltò verso Nemo, sembrava così preoccupato.. voleva chiedergli come mai ma il buio piombò su di lei.
Appena svenne Nemo la prese tra le braccia, era tornata ad essere la sua ragazza, la pelle di cioccolato e gli occhi.. si anche quelli erano tornati normali, si voltò a guardare Kalliopi: “ιερεία, come può essere successo? I suoi poteri… non possono già essere così forti.. non capisco”
“Ragazzi miei, forse abbiamo commesso l’errore di sottovalutare la forza di questa ragazza. Portatela a casa, lasciate che si riprenda, una volta sveglia dovremmo raccontarle tutto. Ares ha agito prima di quanto ci aspettassimo. Dovremmo correre ai ripari ed in fretta: prima Chiara saprà, prima potrà capire ed assumere il ruolo che le spetta di diritto.”
Nemo la guardò, ormai non c’erano più dubbi su chi fosse Chiara anche se non riusciva a spiegarsi il problema del nome, quello che non gli dava pace però era ciò che solo lui e Kalliopi sapevano…
“Si ragazzo mio, dovrai dire tutto, a lei ed ai tuoi fratelli”. Così dicendo si incamminarono tutti verso casa.
CAPITOLO 38
Il tempo parve volare e presto il giorno lasciò il passo alla sera. Si ritrovarono nell’atrio della grande casa. Alla fine il momento era giunto, gli eventi di quei pochi mesi avevano travolto tutti loro cambiando le loro vite per sempre. Comunque fosse finita quella sera nessuno di loro sarebbe stato più lo stesso di due mesi prima.
Reba fece mettere tutti in cerchio e con l’aiuto di Constantine trasportò tutti in spiaggia, quella spiaggia che lei amava tanto presto si sarebbe trasformata nel campo di battaglia. Concentrandosi creò intorno a loro una barriera che celasse agli abitanti ignari quello che sarebbe accaduto da li a breve, se avessero perso avrebbero dovuto aprire fin troppo presto gli occhi su di un mondo di disperazione e schiavitù.
Mano a mano che i minuti passavano la tensione cresceva, fino a quando Ares insieme ad Aphia si palesò ai loro occhi.
“Guarda guarda… ma ci siete proprio tutti allora, bene! E vedo che il bel ispettore ha deciso di unirsi al gruppo. Guarda Aphia, guarda questi splendidi esemplari di maschi alpha che cercano di proteggere le loro donne facendogli scudo… Credo che ti divertirai con loro quando avremo finito…”
“Smettila Ares, la tua arroganza sarà la tua fine! Sei ancora in tempo per tornare da dove sei venuto e rinunciare a questa pazzia!”
“Tut tut Nemo… pensi che potrei rinunciare adesso che sono così vicino? Pensi che rinuncerei a vedere la tua espressione mentre ucciderò la tua adorata compagna? Nooooooooo… per niente al mondo rinuncerei a questo piacere..”
“Pazzo, pensi sul serio di poterci sconfiggere? Solo voi due?”
“Doukas, amico mio, credo di essermi dimenticato di dirvi che quelli che si affronteremo saremo solo io e la nostra preziosissima Reba..”
“Sei pazzo se credi che non interverremo per aiutarla!”
“Ma io non lo credo affatto Nemo… Aphia!” Schiocco le dita e la strega con una magia potentissima imprigionò ciascuno di loro in gabbie di fuoco impossibili da aprire se non annullando l’incantesimo.
Reba guardò la sua famiglia provare a liberarsi per accorrere in suo aiuto ma ogni volta che afferravano una di quelle sbarre infuocate una forza invisibile li ricacciava indietro facendoli sbattere dalla parte opposta della gabbia. Guardò Nemo impazzire per cercare di liberarsi, una furia cieca aveva trasformato il suo sguardo: la sua donna e sua figlia erano in pericolo e lui non poteva fare nulla per liberarsi:
“Ares! Liberami figlio di un cane! Comportati da uomo e non da codardo. Combatti con me bastardo!”
“Combatterò anche con te, dopo, ma adesso voglio dedicarmi alla tua dolce metà…”
< ιερεία cerca di disfare l’incantesimo di Aphia… e cerca di stare attenta, quella ragazza è posseduta dal male…>
Sentì il potere di Kalliopi risvegliarsi, la sacerdotessa aveva iniziato a combattere con le sue armi prima proteggendo se stessa dagli attacchi di Aphia e dopo cercando di liberare gli altri. Reba si augurava soltanto che, quella che considerava ormai come una nonna, riuscisse nell’intento. Da tempo aveva percepito il progressivo ed inesorabile spegnersi dei poteri di Kalliopi, aveva provato ad intervenire ma capì che era inutile opporsi ad un evento naturale come la morte, per quanto forte la loro ιερεία non era un immortale, Reba pregava solo di poterla riabbracciare alla fine della battaglia. Sperava anche che l’immaturità di Aphia e l’arroganza che l’accompagnava le facessero commettere qualche errore facendole sottovalutare Kalliopi. Si voltò un’ultima volta verso i suoi amici e guardandoli ad uno ad uno cercò di fargli capire quanto li amava e che avrebbe fatto di tutto per proteggerli. Li salutò pronta ad affrontare il suo destino.

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