mercoledì 6 agosto 2014

La musica: bisogna perdere un po' di noi stessi per mettere su carta i nostri pensieri

Ci sono canzoni che suscitano in voi sensazioni? Non parlo di ricordi nè di pensieri sensati. Parlo di qualcosa di primitivo, di primordiale, di atavico. Intrinseco in voi come l'istinto. Quali suoni, quali parole possono suscitare questo? Non è necessario nemmeno conoscere la lingua. Sì, potrà sembrare strano ma in realtà è così; proprio perchè è qualcosa di primitivo. L'istinto per definizione non si comprende, non si analizza. L'istinto è, punto. Allora la musica prende il sopravvento: immagini astratte, suoni, odori, colori, emozioni: il cuore che batte, lo stomaco in subbuglio e la nostra percezione di noi stessi. Da sempre l'uomo ha avuto bisogno della musica, vi siete mai chiesti il perchè? Non c'è bisogno di studi approfonditi; pensate solo a come vi sentite quando indossate le cuffie. Ricordate tutte le canzoni che hanno accompagnato i momenti significativi della vostra vita: il dolore, la gioia, la speranza, la fede. L'uomo ha creato e continuerà a creare musica per ogni stato d'animo. Non è meraviglioso? Certe canzoni mi fanno piangere, gli occhi si riempono di lacrime e lo sguardo vaga senza vedere nulla. Non so a cosa penso, non so nemmeno se sono presente a me stessa in quei momenti; quando torno indietro però mi sento rigenerata. Altre mi fanno sentire felice, altre ancora mi fanno ballare; ascoltando altre divento (o meglio, penso di diventare) sexy. Cosa si attiva nella nostra mente grazie alla combinazione di sette note? Ho studiato pianoforte per alcuni anni ma dopo che la mia piccola è morta non ci sono più riuscita. La musica è anche rinuncia. Per questo quando scrivo le canzoni mi accompagnano sempre: bisogna perdere un po' di noi stessi per mettere su carta i nostri pensieri.

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