mercoledì 2 novembre 2016

Nebbia

Fa paura la nebbia,
Impedisce di vedere ciò che ci circonda mentre
Ci obbliga a vedere ciò che nascondiamo dentro.

martedì 1 novembre 2016

Momenti

Il dolore, quello vero, non è altro che la parte più vera di te e quella non riuscirai a mostrarla nemmeno a te stessa.

 [ Chiara Babocci ]

martedì 25 ottobre 2016

Rebecca

Sono ferma, arenata. Proprio non riesco a trovare Rebecca. Poi, all'improvviso una flebile luce squarcia il buio: è figlia di Reba, Alter Ego, dualità.
Rebecca è il bene, Rebecca è il male. Questi due aspetti riusciranno a convivere o uno sopraffarà l'altro? Rebecca vedrà morire una parte di lei o, come sua madre prima di lei, riuscirà ad amarsi completamente?
Divisa tra un amore che grida "morte" è un bene più grande, cosa sceglierà?
È giusto che tutto finisca come tutto è iniziato. Il cerchio si chiude.


E se l'universo non fosse altro che atomi di un corpo gigantesco? Se noi non fossimo che cellule di un unico grande corpo? Se il buio dell'universo non fosse che l'infinitesimo spazio che separa un neurone dall'altro? Un unico grande corpo che racchiude il nostro universo...

lunedì 26 settembre 2016

Recensione: Piangere non serve di Antonella Sacco

Mi ero ripromessa di scrivere questa recensione una volta passato il fiume di emozioni che ha portato con sè. Mi sono detta però che un libro così non va recensito a mente lucida. 
La trama è moderna: adolescente in crisi per la separazione dei suoi genitori parte per un paese sconosciuto della campagna Toscana con una parente. Qui incontra una ragazza della sua età, uno scultore descritto da tutti come un orso e un ragazzo poco più grande; ma le apparenze ingannano e Martina, questo il nome della protagonista, dovrà combattere con se stessa e contro verità scomode. 
I primi capitoli sono introduttivi alla situazione: l'autrice tesse le fila di quella che si rivelerà una storia molto più complessa di quello che appare. La vicenda potrebbe sembrare banale, quasi ordinaria ma già dai primi capitoli si intuisce che non sarà così.
Da quando inizia la "vacanza" un manto di incertezza ricopre la vicenda; perché "incertezza"? Perché Martina sembra circondata da pericoli invisibili che lei stessa percepisce senza riuscire a darsi una spiegazione razionale. Solo dopo la prima metà del libro capiremo che il disagio di Martina ha ragion d'essere.
La bravura della Sacco però è un'altra: riesce a descrivere il mondo degli adolescenti come se lei stessa lo fosse: questo, non solo rende credibile la vicenda, ma fa fare al lettore un salto temporale nel passato. Personalmente ho rivissuto tutti i "brividi" della mia adolescenza: tutti i dubbi, le sofferenze, le ansie, le gioie, gli amori, la rabbia, l'impotenza di non poter decidere, la voglia di scappare e allo stesso tempo il desiderio di rimanere.
Ho avuto il magone per tutta la parte finale e, alla fine, ho pianto.
La conclusione, per quanto unica possibile, è uno shock. Le emozioni della protagonista in quel momento sono così meravigliosamente descritte che ti catapultano dentro la sua anima in maniera così forte da dover distogliere lo sguardo dallo scritto.
Amo il modo elegante di scrivere dell'autrice. Così delicato e forte allo stesso tempo.
Questo libro è un piccolo capolavoro della letteratura contemporanea. Un richiamo per menti sensibili, uno specchio per noi "vecchi adolescenti".

mercoledì 10 agosto 2016

Recensione: Lo specchio di Antonella Sacco

  

Ho scoperto questa autrice per caso: un giveaway su Facebook ci ha messo in contatto ed eccomi a recensire questa antologia di racconti.
I miei preferiti sono "L'ascensore" e "Il mio nome sullo specchio".
Sono racconti surreali, alcuni di poche righe appena: qui sta la bravura della Sacco. Riuscire a raccontare una storia, a descrivere sensazioni, a vivere emozioni in così poche parole non è da tutti. Non posso dire che i 27 racconti siano tutti di mio gusto ma lo stile dell'autrice è così particolare che, comunque, li ho apprezzati. 
Mentre leggevo pensavo che la scrittura della Sacco è elegante, sofisticata. Se dovessi descriverla con un'immagine penso a una Parigi bohèmien chic, a quella decadenza malinconica che accompagna gli artisti; vedo una donna elegante sorseggiare un caffè con una sigaretta in mano intenta a scrutare i passanti per usarli nel suo libro. 
Il libro è intrigante anche per chi non ama i racconti. Ho voglia di leggere altri libri di questa autrice.
Libro consigliatissimo. 

giovedì 4 agosto 2016

Recensione: La signora di Wildfell Hall


Trama: chi è la bella signora che, da sola con suo figlio e una vecchia governante, occupa l'immensa è vecchia magione di Wildfell Hall? Perché è così restia a parlare di sè tanto da attirarsi le antipatie di tutti gli abitanti del villaggio? Solo Gilbert Markham è deciso a non credere alle dicerie sul suo conto. La solitaria signora riuscirà a fidarsi abbastanza di lui da raccontargli la verità?

È difficile recensire questo libro senza svelarvi i particolari della storia. Sicuramente chi ha amato Jane Eyre, Cime Temepstose, Orgoglio e pregiudizio, Collegio femminile non potrà esimersi da leggere questo testo. La più giovane delle sorelle Brontë si è rivelata una meravigliosa scoperta.
La storia si svolge tra gli anni venti dell'Ottocento e la fine degli anni quaranta. Lo stile è molto simile a quello che possiamo leggere nelle pagine di Jane Eyre: meravigliosi paesaggi inglesi, bellissime magioni, stupendi giardini e mai una menzione di un luogo. Sono tutti tenuti "segreti" dai puntini, tanto che viene da pensare la scrittrice parli di fatti realmente accaduti.
Amerete Helen, la protagonista, a volte stenterete a capirla ma considerando l'epoca in cui si svolgono i fatti il suo comportamento non vi parrà tanto strano. Odierete e maledirete il marito: perdigiorno, falso e destinato a marcire all'inferno. Proverete tenerezza per Millicent ed Esther, pregherete per Gilbert.
La storia ci coinvolgerà a tal punto che vorrete sapere come va a finire per tutti i personaggi che avete incontrato e statene certi, l'autrice non lesinerà particolari.
Il libro è diviso in tre parti: la prima sotto forma di epistola narrata in prima persona da Gilbert, la seconda tratta esclusivamente dal diario di Helen, la terza di nuovo dal punto di vista di Markham. Il libro scorre piacevolmente in tutte e due le forme di scrittura anche se devo dire che la seconda parte è stata la mia preferita. La Brontë è riuscita a descrivere così bene gli stati d'animo della protagonista, il suo mutare di giorno in giorno, di anno in anno che pare di essere lì con lei e di vivere tutto quello che lei vive.
Il finale era sperato ma non scontato: chi, come me, ha letto "Collegio femminile" può ben capire la mia ansia per il finale. La storia d'amore c'è: non ci sono baci, non c'è sesso eppure credetemi quando vi dico che la passione e l'amore ardente (e casto) di Helen e ... (Non posso svelarvi tutto) nulla ha da invidiare ai più moderni e disinibiti romanzi di oggi. Le mani così bramose, le profferte di amore puro, la paura di sbagliare, il dolore per un fraintendimento tutto questo vi spingerà a divorare il libro. Poi certo, siccome non siamo virtuosi come Helen, anche la vendetta nei confronti dello spietato marito vi farà stare incollati alle pagine. 
Non avendo letto il libro in lingua originale posso basarmi sulla traduzione del testo: consiglio la versione della foto e prima di iniziare il libro, leggete la prefazione all'edizione.
Buona lettura!!!