giovedì 30 ottobre 2014

Grandi Speranze

Durante una delle mie ultime elucubrazioni mentali sul treno, mentre leggevo un romanzo che accennava ai nativi americani ho pensato: "E se avessero ragione loro?" Loro chi, vi chiederete... Mi riferisco a tutti quei popoli che invece di cercare di POSSEDERE il mondo hanno deciso di RINGRAZIARLO per quello che sta dando all'umanità. Noi uomini moderni e civilizzati abbiamo piegato la natura alla nostra volontà, abbiamo stravolto ritmi, stagioni.. Violentiamo la Terra ogni giorno. Pretendiamo che Lei si adegui a noi. La stiamo uccidendo. Tutti i popoli che, invece, convivono con il Mondo, seguono i suoi ritmi, si adattano alla Sua natura. Per cosa violentiamo chi ci ospita? Macchine, case, cellulari, televisioni, computer... Tutte cose utili ma non necessarie. Tutto in nome del progresso.. Ma è davvero progresso? Se fosse così dovrebbe farci stare bene. Invece sento sempre più persone che si lamentano di questa vita frenetica, dei ritmi serrati, del non avere il tempo per godersi la vita. Non vedono l'ora di andare in ferie perché così "stacco il cellulare"; si guardano documentari alla televisione e se per caso fanno vedere tribù che vivono ancora in simbiosi con la natura ci nasce dentro una frase "beati loro". Non riuscirei mai a vivere così "primitivamente" però mi chiedo se non si potesse unire le due facce per creare una "stessa medaglia". Il progresso non è sinonimo di inquinamento come natura non è sinonimo di regressione. Si può e si deve cercare di migliorarsi senza calpestare nulla e nessuno. Questo nelle grandi cose come nelle piccole. Certo è che prima di pensare in grande bisognerebbe prendere ogni singola persona e inculcare in testa un po' di buon senso. Da mesi dentro di me stava prendendo vita un'idea folle visti i tempi. Ho ascoltato pareri, consigli. Ho aspettato che maturassero i tempi. Ho ingoiato. Ho fatto buon viso a cattivo gioco. Mentre tutto questo accadeva l'idea cresceva, aumentava, spingeva. Mal di testa, crampi allo stomaco, attacchi di panico.. Poi basta. Qualcosa dentro di me è scattato, per fortuna. Mi guardavo, mi sentivo, mi ascoltavo e non mi riconoscevo. Ancora adesso faccio un po' di fatica ma stasera mentre mi apprestavo a scendere dal treno guardandomi dalle porte a specchio il mio riflesso mi rimandava una luce conosciuta e un po' dimenticata. Vi siete mai sentiti come se dentro di voi bruciasse un fuoco? Io adesso mi sento così e non voglio smettere. La decisione è stata sofferta, il futuro è incerto ma è come se mi fossi liberata di un peso. Circondarsi di negatività fa diventare negativi. Basta ancora un piccolo sforzo. Manca veramente poco. Nel frattempo ho i miei sogni a cui dedicarmi: la scrittura e... una GRANDE SPERANZA!

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