venerdì 3 ottobre 2014

Capitolo 9 - Alter Ego La saga di Reba

Con un balzo si ritrovò di fronte alla porta finestra della camera da letto, le tende di lino si muovevano leggermente alla brezza che proveniva dal mare… . La trovò dormiente, sotto le palpebre gli occhi si muovevano spinti da un sogno: pensò Nemo mentre avanzava silenziosamente nella stanza; era ancora più bella mentre dormiva, i raggi della luna accarezzavano la pelle abbronzata rendendola quasi dorata le labbra dischiuse pronte per essere baciate e quei capelli neri come la notte che lui amava tanto finalmente liberi e stesi ad accarezzarle il corpo… non si era reso conto di quanto fossero folti e lunghi, sembravano così morbidi e pronti per essere accarezzati. Il respiro lento e regolare faceva infrangere i seni sul lenzuolo bianco di cotone… era una visione paradisiaca. Aveva percepito la sua presenza sin da quella volta in giardino quando, seduto sulla panchina, il vento gli aveva portato un profumo di zucchero filato alle narici; aveva tenuto gli occhi chiusi ma grazie alle sue facoltà l’aveva comunque vista e gli si era mozzato il fiato. Ad un tratto Chiara si mosse e con lei il lenzuolo che lasciò scoperta una coscia… bella, tornita nei punti giusti e con la pelle liscia come seta.. Nemo ebbe una fugace visione di quelle gambe strette intorno a lui ma la scacciò via immediatamente spaventato da quello che quella ragazza gli provocava nel profondo semplicemente dormendo: si sentiva spinto verso Chiara non soltanto a livello fisico, c’era qualcosa in quella donna che lo attirava come una calamita, sentiva il bisogno di proteggerla da tutto e da tutti, voleva chiuderla in una stanza con le pareti di cristallo e rimanere a guardarla per sempre; . Rimase ancora a guardarla poi decise di andare ad esplorare il piano di sotto, entrando nello studio notò il computer acceso pensò mentre si sedeva alla scrivania, il suo profumo pervadeva l’area e se chiudeva gli occhi la fragranza era ancora più intensa, il suo corpo prese vita ed un calore bruciante gli invase le membra Un sentimento simile alla gelosia si fece strada nel cuore di Nemo, quel cuore che per così tanto tempo aveva considerato solo un muscolo… L’incidente, era l’anniversario di quando persero la vita i suoi genitori e il suo cane: a Nemo quell’incidente era parso subito strano, c’era qualcosa che non andava in quella storia e aveva tutte le intenzioni di indagare accuratamente ma per il momento quella storia avrebbe dovuto aspettare.. iniziò a leggere ma smise subito, non aveva alcun diritto di spiare i sentimenti più privati di quella ragazza una frase però lo colpì molto: “un sognatore è un uomo con i piedi ben ancorati alle nuvole”… Ad un tratto si accese la luce della cucina, si alzò dalla sedia senza fare il minimo rumore, voleva andarsene passando dalla porta finestra ma qualcosa lo costrinse a fermarsi ed ad andare verso la fonte di luce, voleva vederla appena sveglia, voleva vederla muoversi ancora assonata e voleva sapere cosa ci faceva in piedi alle 3 del mattino. La trovò di fronte al frigo aperto intenta a bere dell’acqua, le guance rigate di lacrime ed un leggero tremore alle mani gli fecero capire che il sogno di prima doveva essere stato l’inizio di un incubo… “Dio, non finiranno mai questi incubi, non ce la faccio più: se solo mamma, papà e Daisy fossero qui…quanto mi mancate..” Scoppiò a piangere, il cuore di Nemo si spezzò nel vederla così fragile nel sentire la sua bellissima voce rotta dal pianto ma non poteva fare nulla per lei… o forse si… senza pensare si precipitò fuori dalla porta finestra dello studio e facendo il giro della casa si ritrovò dal portone di ingresso, stava per suonare quando una melodia dolcissima colpì il suo udito.. . Si era Chiara, accoccolata sul divano intenta a canticchiare la canzoncina che le sussurrava sempre sua madre per calmarla quando era piccola; rimase ad ascoltarla sino a quando non sentì la voce che si affievoliva. Si era addormentata, poteva tornare a casa.

Nessun commento:

Posta un commento